Recensioni certificate shop online, quanto sono affidabili per acquistare

Recensioni certificate shop online, quanto sono affidabili per acquistare

1 Febbraio 2021 0 Di Marco

Il mondo delle recensioni certificate è molto vasto ed è un tema molto caro a tutti i possessori di un ecommerce. Lato utente, imparare a riconoscerle e ad apprezzarle è davvero fondamentale. Siamo ben lontani dai commenti automatici o costruiti ad hoc nelle pagine Facebook o nei profili Instagram di alcune aziende ben poco trasparenti. Le recensioni certificate sono certificate “per davvero”. Un aspetto che non fa che confermare che sono veritiere, sincere ed originali, che ci può essere di grande aiuto per formarci un’opinione prima di procedere a qualunque acquisto. 

Perché le recensioni certificate sono affidabili

Le recensioni certificate sono serie ed affidabili in quanto gestite da aziende esterne totalmente disinteressate. Queste aziende sono diverse, la più famosa è forse Feedaty, ma ve ne sono anche molte altre. Come funzionano e perchè ci possiamo fidare? Perché questo genere di aziende raccoglie le recensioni dei consumatori e si impegna a certificare che sono reali e di non aver alcun interesse nel modificarle o rimuoverle.

Facciamo un esempio in merito alle recensioni certificate di uno shop online di prodotti tipici pugliesi

Solo a titolo di esempio abbiamo preso in esame uno shop di prodotti tipici pugliesi, La Terra di Puglia. Com’è possibile vedere osservando le immagini sottostanti, lo shop ha un certificato “gold”, alcune recensioni positive, altre neutre ed altre ancora negative. Sulla base della lettura e dell’osservazione delle recensioni certificate, sarà possibile formarsi un’opinione, capire quali sono i punti di forza dell’azienda e quali invece, eventualmente, i punti deboli. E regolarsi di conseguenza.

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Questa è la pagina che il fornitore di servizi propone, grazie a queste recensioni un cliente

Le recensioni certificate funzionano proprio perché autentiche

Piacciono all’ecommerce ed all’utente, creando un circolo virtuoso che tiene vivo il mercato

La diffusione del Coronavirus Covid19 e l’emergenza sanitaria che la pandemia ha posto in essere ha spinto molti italiani a fare i conti con la necessità di limitare le uscite dalla propria abitazione. Meno uscite e più tempo a disposizione da investire in hobby e passatempi, ma anche nella navigazione online alla ricerca di informazioni, oggetti, amicizie. In questo contesto durante tutto il 2020 si è assistito ad un vero e proprio boom delle vendite online nel settore del food così come nel settore dell’abbigliamento, dell’elettronica e molto altro. Anche gli ecommerce più piccoli, tradizionalmente vissuti nell’ombra dei grandi colossi del web, sono dunque riusciti a ricavarsi un ruolo di primo piano, crescendo in termini di visibilità e, di conseguenza, di fatturato.

A contribuire alla loro crescita vi sono anche le recensioni certificate. Secondo alcune ricerche di mercato, infatti, l’utente ed acquirente medio è ben felice ed anzi “non vede l’ora” di ricevere il pacco, scartarlo, provare il prodotto e tornare online per lasciare una recensione autentica e ben dettagliata a beneficio di chi verrà dopo di lui. Insomma, se il mercato delle recensioni certificate piace all’utente, piace anche al negoziante, che si impegna a far sempre meglio per guadagnarne in immagine e fatturato.

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Un circolo vizioso del tutto positivo che non può che far bene al mercato degli ecommerce, offrendo loro nuova linfa e quel pizzico d’autorevolezza che in fondo non spetta solo ai colossi della vendita online. E voi, avete mai lasciato una recensione certificata?

I costi delle recensioni certificate e i conflitti di interesse

La nota dolente di quanto sopra spiegato risiede però nei costi. Il servizio di recensioni certificate è, forse, un po’ troppo costoso: le piattaforme di ecommerce pagano prezzi che oscillano dai 400 a 1500 euro annuali. L’unica perplessità, nonostante la piena fiducia, è quindi quella relativa al fatto che forse non dovrebbe essere il controllato a pagare il controllore, e che forse questo meccanismo potrebbe in effetti portare il controllore ad un minimo conflitto di interessi.