Incombenze pratiche dopo un decesso: cosa c’è da fare

Incombenze pratiche dopo un decesso: cosa c’è da fare

28 Settembre 2023 0 Di Ilary

Vi sono alcune incombenze pratiche dopo un decesso dalle quali non è possibile esimersi. Avere sottomano un elenco delle cose da fare può essere utile per non andare in confusione, visto il momento emotivo spesso particolarmente difficile. Scopriamole dunque assieme. 

Le utenze domestiche

1 – Se il nuovo intestatario è un familiare e un erede

Se non è necessario disattivare le utenze domestiche, è necessario eseguire la voltura, cioè il cambio di intestazione. A questo punto il familiare che si intesterà le utenze sarà responsabile dei pagamenti alle stesse condizioni dell’intestatario che è venuto a mancare, senza alcun costo aggiuntivo o variazione delle tariffe. Per subentrare è necessario essere eredi della persona deceduta. Si procederà dunque ad inviare all’azienda fornitrice dell’utenza una lettera nella quale si dichiara di essere eredi e di voler procedere alla voltura, allegando copia del proprio documento di identità in corso di validità. Per poter eseguire la voltura, è necessario altresì che l’erede sia già residente presso l’indirizzo del precedente intestatario, altrimenti si dovrà sottoscrivere un nuovo contratto. Se l’erede era già residente, la voltura è gratuita. Per eseguirla sarà necessario compilare il modulo fornito dall’azienda e consegnarlo o spedirlo in sede.

2 – Se l’erede è anche il nuovo intestatario dell’immobile

Ancora, se l’erede diviene anche proprietario dell’immobile, si dovrà fare la voltura catastale, presentando domanda apposita presso l’Agenzia delle Entrate. In questo modo l’immobile cambierà intestatario e sarà possibile procedere anche alla voltura delle utenze.

3 – Se il nuovo intestatario non è un familiare

Infine, se il nuovo intestatario delle utenze non è un familiare del deceduto, si eseguirà la voltura umana o voltura totale. Anche in questo caso, le tariffe delle quali si potrà godere saranno le medesime in essere prima del decesso del precedente intestatario. Se l’intestatario non è un familiare, la voltura però non è gratuita e potrebbe essere necessario versare oneri amministrativi oppure imposte di bollo. Per eseguire la voltura, in questo caso serviranno diversi documenti, ovvero:

  • i dati anagrafici del nuovo intestatario e la fotocopia del documento di Identità
  • il numero cliente del vecchio intestatario
  • l’autocertificazione di residenza
  • le coordinate bancarie necessarie per domiciliare le bollette

Cosa succede se l’intestatario defunto era moroso?

In quel caso si dovranno pagare tutti i sospesi lasciati dal defunto. Se non si sta eseguendo la voltura, ma si è semplicemente i nuovi inquilini dell’appartamento del defunto, sarà invece necessario cessare il contratto (senza pagare i sospesi) ed aprirne uno nuovo. In questo caso si parla di cessazione amministrativa.

La cessazione amministrativa è la chiusura del contratto (per esempio di luce o gas). Nel caso in cui la cessazione avvenga a seguito di morosità dell’inquilino, il contatore sarà disattivato. A questo punto il nuovo inquilino avrà facoltà di richiederne l’attivazione tramite una pratica di subentro.

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Quali sono i documenti necessari per procedere alla voltura?

I documenti necessari per procedere alla voltura delle utenze in caso di decesso sono:

  • i dati del vecchio intestatario
  • i dati del nuovo intestatario
  • il codice POD riportato sulle bollette del vecchio intestatario
  • l’indirizzo del nuovo intestatario
  • la lettura del contatore
  • la potenza impegnata in Kw
  • l’IBAN qualora si desideri l’addebito su conto corrente.

 

I conti correnti

Tra le incombenze pratiche dopo un decesso figurano anche quelle di natura prettamente economica. Innanzitutto gli eredi dovranno recarsi in banca per comunicare l’avvenuto decesso del familiare, allegando il certificato di morte, bancomat, carte di credito ed eventuali assegni ancora inutilizzati. In alternativa, potranno mandare una raccomandata con ricevuta di ritorno. A questo punto la banca congelerà i conti e tutti i rapporti in essere con il defunto. Quando la pratica di successione sarà conclusa, l’erede o gli eredi avranno effettivamente accesso a conti, libretti, titoli o azioni.

Se il defunto era titolare di un conto cointestato

Diverso è il caso se il conto e’ cointestato. In tal caso sarà necessario distinguere tra conto a firma congiunta o disgiunta. Se il conto è a firma congiunta, solo dopo l’avvenuta identificazione degli eredi questi potranno continuare a operare sul conto a patto di essere in accordo con il cointestatario del conto. Non si dimentichi che nei conti cointestati è necessario essere sempre d’accordo per qualunque genere di operazione. Se il conto è a firma disgiunta, invece, gli eredi richiederanno una variazione di intestazione del conto, intestandosi di fatto la metà del conto rimasta priva di intestatario. A quel punto potranno operare sul conto assieme all’intestatario rimasto in vita.

La tassa di successione

Al fine di prelevare il patrimonio del soggetto deceduto, l’erede dovrà pagare delle tasse. Per fare ciò, dovrà recarsi presso l’Agenzia delle Entrate entro un anno dalla data del decesso dell’intestatario del patrimonio. Lì, dovrà compilare un apposito modulo da portare poi in banca. In linea di massima la tassa di Successione è pari ad un valore che oscilla tra il 4% e l’8% del patrimonio del defunto. Esistono tuttavia delle franchigie al di sotto delle quali non è possibile scendere: in tali casi non sarà necessario pagare nulla. Anche in questo caso, sarà opportuno recarsi in banca con il modulo dell’Agenzia delle Entrate, il certificato di morte dell’intestatario del conto, il saldo, lo stato di famiglia e, ove richiesto, copia del testamento. Costituiscono patrimonio non solo i conti correnti, ma anche i libretti di risparmio (anche postali), i titoli di stato ed il contenuto di eventuali cassette di sicurezza (che andranno aperte alla presenza di tutti gli eredi e di un funzionario o notaio incaricato).

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I veicoli e le assicurazioni sui veicoli

Se si eredita UN VEICOLO si hanno 60 giorni di tempo per portare l’atto di accettazione dell’eredità all’ACI – PRA che provvederà a rilasciare un nuovo certificato di proprietà digitale (CDPD). Dopodiché si dovrà richiedere alla Motorizzazione Civile l’aggiornamento della carta di circolazione. Nel caso in cui vi siano diversi eredi, può accadere che solo uno voglia intestarsi il veicolo, o che siano tutti d’accordo di venderlo. In questo caso bisognerà provvedere alla registrazione dell’atto di accettazione dell’eredità all’ACI, che intesterà il veicolo a tutti gli eredi, e solo dopo registrare l’atto di vendita delle quote ereditarie a nome di uno solo degli eredi oppure del nuovo acquirente del veicolo.

L’assicurazione sul veicolo

Per sospendere l’assicurazione sul veicolo è necessario contattare l’ente assicurativo, che si occuperà di cessare il contratto. Per quanto riguarda la classe di merito, anch’essa si eredita. Ne possono beneficiare i congiunti in regime di comunione dei beni ed i familiari conviventi.

La Rai

Nel caso in cui il defunto fosse possessore di un televisore, l’erede dovrà compilare la dichiarazione sostitutiva indicando i suoi dati ed il suo codice fiscale, anche laddove egli viva in un’altra abitazione. In questo caso le imposte dovute dal deceduto saranno di fatto coperte dall’erede. Se invece il deceduto non era in possesso di un televisore, sempre tramite la dichiarazione sostitutiva sarà possibile dichiarare la non detenzione di un apparecchio televisore.

I documenti del defunto

Non è necessario restituire carta di identità o patente di guida del defunto, ma è necessario farne denuncia in caso di smarrimento.

Altre incombenze pratiche dopo un decesso

Concludiamo la carrellata di incombenze pratiche dopo un decesso affrontando il tema della detenzione di armi da fuoco e della custodia di un’urna cineraria.

La detenzione di armi da fuoco

Nel caso in cui il defunto fosse possessore di un’arma da fuoco, si hanno 8 giorni di tempo dal momento del decesso per recarsi dai Carabinieri di zona ad informarli del cambio di detenzione.

La custodia di un’urna cineraria

Nel caso in cui il defunto fosse custode di un’urna cineraria, ANCHE QUESTA È SOGGETTA AD EREDITÀ.

Com’è possibile evincere, le incombenze pratiche dopo un decesso non sono poche, pur tuttavia in alcuni casi si hanno alcuni mesi di tempo per occuparsene una volta ritrovata la giusta dose di serenità.